domenica 13 aprile 2014

Le cose come stanno



Unicoop Tirreno canta vittoria per l’esito dello sciopero di ieri, ma come in altre occasioni, omette alcune verità. Le diciamo noi.

1- I numeri. L’adesione allo sciopero, considerando (come deve essere fatto) l’ipermercato nel suo complesso, è stata del 50% e non del 30% come sostiene l’azienda. Questo 50% è il risultato dell’adesione pressoché totale in alcuni reparti (anche molto numerosi come il Food), di un’adesione media in altri, e di una adesione effettivamente nulla o quasi in altri ancora.

2- Il voto delle assemblee. Siccome noi non ci nascondiamo dalla realtà per come è veramente, riconosciamo che partivamo da un voto nelle assemblee pari all’80% di favorevoli allo sciopero, quindi in questo senso il risultato non è stato in linea con le nostre aspettative. Rispetto alle assemblee è mancato un 30% di adesioni, che è quello che solitamente fa la differenza. Tanti lavoratori che lunedì avevano votato a favore dello sciopero, poi non hanno aderito, cosa mai accaduta nelle tre precedenti occasioni dal 2008 al 2011 nelle quali avevamo sempre chiuso l’ipermercato per sciopero, e quindi non calcolabile. Ovvio comunque che, su questa mancanza, dovremo sicuramente porci delle domande.

3- La copertura dei disagi. I disagi (dovuti come detto all’adesione massiccia in alcuni reparti) sono stati tamponati grazie agli “stakanovisti dell’antisciopero”: raddoppio dei turni, orari cambiati (e turnari che poi spariscono per nascondere le prove), persone richiamate da riposi/ferie e da altri negozi dove erano in formazione, cambi di reparto, straordinari, e perfino personale amministrativo fornito della divisa e reinventato come addetto al caricamento massivo. Scene che abbiamo visto durante i nostri presidi lungo tutta la giornata di sciopero, innegabili da parte dell’azienda in quanto sotto gli occhi di tutti. I disagi quindi ci sarebbero stati eccome, ma sono stati arginati ricorrendo a “rimedi” eticamente molto gravi (di questo si tratta quando si parla di lavoro straordinario per coprire gli scioperanti).

4- Le pressioni. Nei due giorni precedenti allo sciopero, la Direzione aziendale ha messo in atto una campagna a tappeto convocando a gruppi i dipendenti (soprattutto le cassiere) per dirgli di non fare sciopero, adducendo argomentazioni anche clamorosamente false pur di spaventare, come l’ipotesi di mobilità o addirittura di licenziamento. In passato, queste manovre aziendali avevano spesso avuto l’effetto contrario, inducendo i lavoratori a scioperare, questa volta è andata diversamente. Non degnano di dialogo mai i dipendenti, e si accorgono di loro sempre e solo a ridosso degli scioperi. Emblematico della considerazione che hanno di noi lavoratori.

5- “Non vi licenziamo”. Nel cartello di risposta allo sciopero pubblicato sul Tirreno di sabato ed esposto in grande formato all’ingresso dell’Iper, Unicoop Tirreno dice senza troppi giri di parole che lo sciopero è ingiusto perché non stanno licenziando nessuno. Come se in Italia e nel mondo non ci fossero ogni giorno migliaia di lotte e di scioperi non legati a dei licenziamenti ma a miglioramenti salariali e di diritti. Invece secondo loro il mondo va così: “non vi licenziamo, cosa volete di più?”. Arroganza a marchio Coop. L’arroganza di chi, di fronte a uno sciopero, non ammette l’esistenza di un disagio cercando di capirne le ragioni ma invece reagisce come se quel disagio non esistesse neanche.

6- Coop & Cgil. Nell’articolo del Tirreno di sabato si legge che la Cgil ha “preso le distanze” dallo sciopero, e il giorno dell’indizione (venerdì) la Cgil del Negozio 1 La Rosa si è precipitata a scrivere un comunicato contro il nostro sciopero (un sindacato che corre a rimproverare uno sciopero quando questo è già stato indetto…). Una santa alleanza, quella Coop-Cgil, indubbiamente potente, contro la quale comunque in passato abbiamo ottenuto adesioni agli scioperi del 100%. Questa volta è finita col 50%. Eravamo abituati bene, ma un risultato al di sotto delle aspettative ogni tanto può succedere.

Un enorme ringraziamento a tutte le colleghe e i colleghi che hanno partecipato allo sciopero e al presidio durante la giornata di ieri.

Rsu Usb Ipercoop Livorno – 13 aprile 2014

venerdì 11 aprile 2014

Domani (sabato 12 aprile) sciopero



Dando seguito al mandato dei lavoratori ricevuto al termine delle assemblee di lunedì, proclamiamo lo SCIOPERO per tutta la giornata lavorativa di DOMANI, sabato 12 aprile 2014

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Dopo anni nel corso dei quali ci hanno chiesto (e da noi hanno sempre ottenuto) continui aumenti di produttività, un sempre crescente lavoro domenicale e festivo, una disponibilità ad avere fiducia e pazienza per ottenere un miglioramento delle nostre condizioni di lavoro, Unicoop Tirreno apre un nuovo negozio a Livorno (territorio dal quale da sempre ottiene già milioni di euro di utili) ma nega, dopo tante promesse legate proprio a questa nuova apertura, le risposte che da tempo i lavoratori Ipercoop attendono, inventando una manovra di dichiarazione di esuberi totalmente ingiustificati e quindi per noi irricevibili. Inoltre, decide di imporre il trasferimento a lavoratori non consenzienti, mandandoli a fare formazione professionale anche a decine di chilometri di distanza da Livorno.

Di fronte ad una alta dirigenza aziendale che chiede ulteriori sacrifici a lavoratori con stipendi bassissimi (nel mentre che i loro lauti compensi invece rimangono tali e quali), e che davanti ad una richiesta minima della nostra componente Rsu Iper di incontrarci nuovamente per rivalutare la questione esuberi e organico nuovo negozio, risponde che i numeri sono quelli e non si discutono e che intende procedere velocemente (e senza ascoltare la voce dei lavoratori) alla composizione dei nuovi organici, non resta altro che scioperare per dare un segnale forte del nostro disagio e del nostro disaccordo sulle scelte aziendali, nonché per chiedere ad Unicoop Tirreno di tornare a sedersi al tavolo di confronto con intenzioni più sostenibili per i dipendenti.

Scioperiamo quindi per chiedere:

- Il ritiro della dichiarazione di esuberi sul territorio livornese, dato che abbiamo dimostrato essere inesistenti (basta vedere le ore di straordinario in diversi reparti e negozi) e frutto solo di obiettivi di produttività palesemente fuori portata e studiati al centesimo per sfruttare di più i lavoratori e per aprire il nuovo negozio a saldo-zero di ore e diritti per i lavoratori

- Il riconoscimento di condizioni orarie migliori per i tantissimi part-time (compresi quelli che adesso lavorano negli altri negozi) che vivono un’emergenza salariale non più rimandabile

- La parificazione dei diritti dei lavoratori Ipercoop con quelli dei colleghi dei supermercati in materia di maggiorazioni, pause, et cetera, visto che non si capisce più veramente quale senso abbia mantenere condizioni diverse tra dipendenti che sono sempre più mescolati tra loro all’interno dei vari negozi (il nostro contratto integrativo è scaduto dal 2009 e abbiamo segnalato più volte come sarebbe tranquillamente possibile mettere mano intanto ad un accordo-ponte su alcune questioni, valevole ovviamente per tutti i lavoratori Unicoop Tirreno, anche delle altre regioni)

- La possibilità di rifiuto al trasferimento per chi lo considerasse un (inaccettabile, visto che con un miglioramento della presenza di Coop a Livorno, anche le condizioni dei lavoratori dovrebbero migliorare) peggioramento delle proprie condizioni di lavoro


Invitiamo tutte le colleghe e i colleghi a presenziare domani insieme a noi al presidio che inizierà fin dal primo turno del mattino (per informare anche chi non era presente alle assemblee di lunedì) nel piazzale antistante l’ingresso dipendenti e che si protrarrà per tutto il resto della giornata anche con volantinaggi informativi a soci e clienti.

Rsu Usb Ipercoop Livorno – 11 aprile 2014

giovedì 3 aprile 2014

Lunedì assemblee



LUNEDÌ 7 APRILE
ASSEMBLEE
DEI LAVORATORI

Ordine del giorno:

-      Esito incontro 27 marzo


ORARIO PRIMA ASSEMBLEA: 10-12
ORARIO SECONDA ASSEMBLEA: 15-17
ORARIO TERZA ASSEMBLEA: 21-23


Ricordiamo a tutti/e che le assemblee sono retribuite: ciò significa che chi è in orario di lavoro può salire durante il proprio turno, mentre chi partecipa al di fuori del proprio orario di lavoro vedrà le ore gestite come flessibilità positiva.

Rsu Ipercoop Livorno – 3 aprile 2014