Si è tenuta in data odierna la riunione del Coordinamento interregionale Usb Unicoop Tirreno, alla presenza di delegati/e e lavoratori/trici provenienti dalle regioni Toscana, Lazio e Campania.
L’incontro era stato convocato per
fare il punto della situazione dopo un ultimo periodo molto intenso in
cui l’azione di Usb in azienda ha fatto registrare un salto di qualità importantissimo e proficuo. Di seguito, in sintesi, l’esito della discussione, che ha toccato tutti gli aspetti all’ordine del giorno.
Campania
Dalla relazione dei delegati campani è emerso il ruolo decisivo che come Usb abbiamo avuto nel risultato delle consultazioni che hanno respinto il vergognoso piano industriale del nuovo operatore (Catone Group) candidato a rilevare la gestione dei negozi Coop della regione.
Usb, unica sigla a sostenere con forza e senza mezzi termini le ragioni del NO alle prospettive nefaste per i lavoratori, ha portato a casa un successo importantissimo e assolutamente non scontato, che non deve però essere considerato un punto di arrivo ma semmai un punto di partenza. Occorre infatti alimentare con continuità
quella che è sempre stata fin dall’inizio la nostra posizione
COSTRUTTIVA e non di solo rifiuto dell’ipotesi Catone, una posizione che
configura una proposta concreta, credibile e coerente:
RIMANERE DENTRO LA COOPERAZIONE tramite la chiamata in causa delle
organizzazioni nazionali che mettono insieme tutte le grandi cooperative
italiane.
Questa è la posizione di Usb, su cui abbiamo la ferma intenzione di tenere la barra dritta senza arretrare di un millimetro. Per fare questo, abbiamo oggi redatto un calendario di iniziative concrete e d’impatto da mettere in campo nel
caso in cui l’azienda decidesse di ignorare la voce dei propri
lavoratori che a grande maggioranza hanno respinto l’ipotesi Catone.
Noi ai ricatti “o Catone o chiudiamo” non ci stiamo, e siamo pronti alla mobilitazione.
Precari licenziati
E’ stata affrontata la vicenda dei dipendenti (dei territori toscano e laziale) licenziati dopo un lunghissimo precariato che li aveva portati a raggiungere e in molti casi a superare
di gran lunga i termini per l’assunzione obbligatoria di legge (36
mesi), oltretutto in violazione di accordi di stabilizzazioni già
firmati che impegnavano l’azienda. Una vicenda dal forte
impatto mediatico soprattutto a Livorno e provincia, dove lo scorso 31
dicembre si è arrivati ad uno sciopero a cui ha aderito anche la nostra
sigla. Anche in questo caso il ruolo di Usb è stato fondamentale in
quanto siamo stati gli unici a contestare con forza il comportamento vergognoso di Unicoop Tirreno che ha, prima negato ai lavoratori il diritto di sciopero inventandosi l’istituto del “lavoro comandato” che nel nostro settore non è previsto, e dopo ringraziato i non scioperanti
tramite grandi annunci a pagamento sui quotidiani locali. Un
atteggiamento inaccettabile che, se non ci fosse stata la nostra sigla a
stigmatizzare e denunciare anche con un ricorso ex articolo 28 per condotta antisindacale (ancora in fase di preparazione), sarebbe passato inosservato.
Offensive contro Usb dopo lettera alla Littizzetto
Altro elemento di forte impatto negli ultimi mesi è stato quello della (ormai diventata famosa) lettera alla testimonial Coop Luciana Littizzetto
con cui le nostre colleghe dei negozi laziali denunciavano le
condizioni di lavoro non proprio idilliache, per usare un eufemismo, che
invece gli spot televisivi vorrebbero far credere a soci e clienti. Una
lettera che ha portato la polemica fino a una nota trasmissione di La7 in
cui il Presidente di Unicoop Tirreno Marco Lami si è trovato di fronte
il nostro esponente Francesco Iacovone che lo incalzava sulla situazione
lavorativa in azienda (aspetto anche questo altamente sintomatico
della nostra capacità di azione per “stanare” l’azienda e costringerla a
dare spiegazioni). Ma soprattutto una lettera che ha spinto
l’azienda a redigere un comunicato affisso in tutti i negozi intitolato
“Risposta agli attacchi Usb”, come a rappresentare una sorta di avviso
ai lavoratori con cui si avvertono su quale sia il sindacato non gradito dall’azienda.
Costo del lavoro ed “esuberi”
Ulteriori spunti di riflessione sono
poi arrivati dalle questioni riguardanti l’approccio che riteniamo
necessario avere su alcuni problemi fondamentali come quelli del costo del lavoro e dei concetti di “esuberi” ed “eccedenze negli organici". Concetti che non possono essere ricevuti con risposte acritiche e arrendevoli da
chi si propone di fare sindacato in maniera efficace. Il costo del
lavoro è una voce che incide solo per il 9% nei bilanci aziendali: pensare che a pagare le scelte sbagliate debbano essere sempre i dipendenti che stanno alla base della piramide è inaccettabile, e il sindacato che riceve questa comunicazione unilaterale dell’azienda prendendola per buona senza opporsi è colpevolmente miope. Usb vuole invece essere lungimirante e ritiene che cavalcare la crisi tagliando l’occupazione non fa altro che innescare e rafforzare una spirale economicamente recessiva che non giova a nessuno.
Serve andare ad individuare tutte quelle voci (tante) che nei bilanci
vengono prima del costo del lavoro ed incidere su quelle prima di
penalizzare i lavoratori e le lavoratrici che già vivono situazioni di
difficoltà.
La crescita di Usb, il sindacato di cui c’è bisogno
In chiusura, l’aspetto principale che ci rende orgogliosi ed ottimisti per il futuro è che Usb è in crescita in tutti i territori e in tutti i canali in cui opera Unicoop Tirreno, e questo dato è fondamentale per misurare il riscontro e il ritorno del nostro operato in termini di seguito dei lavoratori. Di
strada da fare ce n’è ancora tanta, ma oggi possiamo registrare
un’evoluzione costante e questo è per noi uno stimolo a fare sempre
meglio per rendere più forte la voce del sindacato di cui c’è bisogno,
anche nella nostra azienda come in tutta Italia.