martedì 28 ottobre 2014

Lavoratori Coop solidali con la lotta Trw



Partecipiamo alla giornata in sostegno degli operai Trw: appello a lavoratori e lavoratrici dei negozi Coop di Livorno

Nella giornata di domani, 29 ottobre (giorno in cui è fissato l'incontro a Roma che deciderà il futuro della fabbrica), saremo presenti fuori dalla Trw Automotive di via Enriques a Livorno per portare la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici che stanno rischiando di perdere il proprio posto di lavoro.
Facciamo appello a tutti i colleghi dei negozi Coop di Livorno a partecipare insieme a noi al presidio, ci troviamo alle ore 9 nel piazzale del parcheggio dipendenti Ipercoop e andiamo tutti insieme, oppure chi vuole direttamente lì. Diffondiamo questo appello, cerchiamo di essere in tanti. Di seguito il testo del volantino che distribuiremo.

Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno
 
Lavoratori Coop solidali con chi difende il proprio posto di lavoro. Quella degli operai Trw è una battaglia di tutta la città, gli altri lavoratori livornesi devono stringersi al loro fianco in un'unica lotta comune


Come lavoratori Coop, come cittadini livornesi ma anche e soprattutto come persone, sentiamo il bisogno di far sentire tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai lavoratori Trw che in questo momento stanno lottando strenuamente per la difesa del proprio posto di lavoro.

Circa 450 dipendenti, con le rispettive famiglie, si trovano infatti nella drammatica situazione di dover fronteggiare l'incubo della perdita del lavoro.
In una città come Livorno, stretta da una crisi economica senza precedenti, la chiusura di un’altra fabbrica va a sommarsi alle perdite negli scorsi anni e decenni di troppe altre realtà produttive. Senza dimenticare le preoccupanti crisi che attraversano importanti presidi industriali come ad esempio la raffineria Eni e ulteriori situazioni di difficoltà come quelle dei lavoratori Cooplat e di altri appalti comunali.
Questo è l’ennesimo schiaffo che riceviamo, l’ennesima violenta prepotenza che vuol toglierci salario, diritti, dignità. Ed è per questo che la nostra non è solo vicinanza, solidarietà. È di più. La loro lotta è la lotta di ognuno di noi, perché togliere il lavoro a quelle persone significa togliere ulteriore ossigeno anche a tutta Livorno.

I lavoratori Trw sono le nostre famiglie, i nostri amici e parenti, mariti, fratelli, sono quelli che incontriamo ogni giorno a fare la spesa nei negozi Coop in cui noi lavoriamo. Ogni posto di lavoro che perdiamo nella nostra città è un pezzo di ognuno di noi che viene offeso e ferito. Ed è proprio questo che deve essere capito da parte dei lavoratori che come noi operano nel commercio: ossia che il nostro lavoro deriva da chi, grazie al suo di lavoro, può venire a comprare nei nostri negozi.

Noi siamo insieme a voi, nella lotta che è la vostra ma è anche la lotta di un'intera città che non vuole arrendersi. A testa alta, al vostro fianco.


Coordinamento sindacale Usb, lavoratori e lavoratrici negozi Coop e Ipercoop di Livorno

mercoledì 22 ottobre 2014

Breve nota su incontro 21 ottobre

Solo una breve nota sull'incontro di oggi, perché non è stato possibile affrontare le questioni previste a causa dell'assenza delle ipotesi di orari di lavoro prodotti con il progetto di efficientamento "Rem". A questo proposito avremo due nuovi incontri lunedì 27 alle 14 e giovedì 30 alle 9 per proseguire il confronto con l'azienda.

Per adesso c'è da sapere che gli orari della settimana da lunedì 3 novembre usciranno non prima del 28 ottobre, e che nei prossimi giorni l'azienda programmerà colloqui individuali con i part-time per sondare la disponibilità a cambiamenti nella ripartizione (assolutamente facoltativa, lo ricordiamo) delle ore di lavoro in senso verticale.

Nei prossimi giorni saremo come sempre a disposizione di tutti/e per chiarimenti e spiegazioni sulle normative e su tutto il resto.

Dopo i suddetti incontri del 27 e del 30 valuteremo come procedere con le comunicazioni/confronti con tutti i lavoratori e le lavoratrici Iper. 

Rsu Usb Ipercoop Livorno - 21 ottobre 2014

giovedì 31 luglio 2014

Risposta al presidente di Unicoop Tirreno Marco Lami



La percentuale record di part-time in Coop a Livorno è una forma di precariato (legata al plus-orario a termine) che l’azienda utilizza in maniera strutturale e continua

Unione Sindacale di Base (Usb) Livorno - Comunicato stampa in risposta all’intervista del presidente di Unicoop Tirreno Marco Lami

In merito all'intervista del presidente di Unicoop Tirreno Marco Lami pubblicata su Il Tirreno del 25 luglio scorso, teniamo a precisare quanto segue.

Ancora una volta la Coop parla di assenza di precarietà e di presenza a Livorno di assunti solamente a tempo indeterminato, ma le cose vanno dette nella loro totalità e verità onde evitare di far passare un messaggio parziale e fuorviante utile solo a dipingere una buona immagine per l’azienda. Ecco quindi alcune importanti precisazioni.

Il numero di zero dipendenti a tempo determinato a Livorno è stato raggiunto in due modi, entrambi negativi dal nostro punto di vista sindacale. Il primo è stato quello di "stabilizzare" negli ultimi anni alcuni precari storici tramite contratti che sono sì a tempo indeterminato ma che prevedono il lavoro solo per pochi mesi all'anno, quando queste persone lavoravano da tantissimo tempo con un continuo susseguirsi di contratti a termine per un numero di mesi ben maggiore (in sostanza è stata una stabilizzazione al ribasso mentre queste persone avevano diritto ad una regolarizzazione su 12 mesi). Il secondo strumento per arrivare a "precari zero" è stato molto più netto e devastante, ossia semplicemente non hanno più chiamato al lavoro persone che anch'esse da anni andavano avanti a contratti a termine e che, siccome si stavano avvicinando troppo ai 36 mesi validi per l'assunzione obbligatoria, sono stati letteralmente "fatti fuori" dopo anni di lavoro in Coop.

Ma l'aspetto su cui vogliamo maggiormente porre l'attenzione è quello del part-time (di vario tipo: orizzontale, verticale, annuo). A Livorno la Coop ha 391 part-time su un totale di 562 dipendenti, il 70%: una percentuale altissima che la nostra azienda finge di non vedere e che provoca fenomeni di precarietà diffusa legata al plus-orario che viene svolto. Ci spieghiamo meglio.

Da più di 10 anni le centinaia di lavoratori e lavoratrici part-time di tutti i negozi Coop della nostra città svolgono per periodi più o meno lunghi ore supplementari a “tappabuco” secondo le esigenze aziendali, talvolta con contratti (a termine) di estensione oraria, e ultimamente invece sempre di più con il ricorso a ore di lavoro supplementare (lo straordinario del part-time), sempre ovviamente secondo le necessità contingenti dell’azienda. Un abuso ormai divenuto purtroppo strutturale e parte integrante dell’organizzazione aziendale come forma premeditata di sfruttamento (che sindacalmente dovrebbe essere quindi combattuta chiedendo con forza consolidamenti orari, e non certo tollerata o addirittura favorita) del lavoro instabile a svantaggio della tipologia virtuosa del lavoro stabile. Risulta infatti evidente come questo stato di cose non consenta ad un part-time di costruirsi un futuro salariale dignitoso, imprigionato dentro un sistema che, mentre appare come un modo per i dipendenti di guadagnare di più in alcuni periodi, in realtà è la via per consentire all’azienda di non dare mai risposte stabili e tenere sotto ricatto centinaia di lavoratori.

In altre parole, il lavoro a termine in Coop a Livorno esiste eccome, e consiste proprio nella limitatezza temporale delle prestazioni supplementari che vengono continuamente chieste ai dipendenti. In sostanza Unicoop Tirreno ha ormai trovato un bel “giochino” per sopperire al problema della precarietà: tenere al palo di un contratto part-time centinaia di persone per poi scatenare una corsa (e una competizione) per fare ore in più a seconda delle esigenze aziendali. È in questo senso che possiamo tranquillamente parlare di 400 precari della Coop a Livorno, altro che “precari zero”. Non hanno eliminato il lavoro a termine, semplicemente lo fanno fare ai part-time, con il vantaggio che in questo caso non hanno neanche il limite dei 36 mesi da non superare, potendosi quindi permettere un serbatoio di lavoro precario temporalmente infinito.

Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno - 30 luglio 2014

martedì 17 giugno 2014

L’Asse Coop-Cgil-Cisl-Uil esclude ancora una volta Usb dai tavoli di confronto



Nella giornata di ieri, lunedì 16 giugno, abbiamo ricevuto la risposta di Unicoop Tirreno alla nostra richiesta di riconoscimento dei rappresentanti Usb e di partecipazione al tavolo di confronto sindacale fissato per il prossimo 24 giugno riguardante i negozi Coop della città di Livorno. La risposta è stata negativa, quindi Usb (sindacato largamente rappresentativo sia nei negozi livornesi sia nei negozi Unicoop Tirreno anche delle altre regioni) rimarrà ancora una volta escluso.

Ricordiamo che nell’incontro del 21 maggio scorso l’azienda aveva comunicato che la composizione del tavolo nella sua parte sindacale sarebbe stata di decisione delle organizzazioni sindacali stesse, quindi è evidente come ancora una volta ad escludere la nostra organizzazione (e i lavoratori che rappresentiamo) sono proprio Cgil-Cisl-Uil, che del resto avevano infatti già preso le distanze dalla nostra richiesta (tra l’altro non durante l’incontro ma solo dopo, in fase di redazione del verbale…).

La decisione dell’azienda era stata tra l’altro anticipata (o dettata?) da un comunicato datato 11 giugno delle Rsa Cgil del negozio 1 La Rosa, come sempre in prima linea nel porre il veto alla presenza di Usb. Un comunicato nel quale, nonostante il nostro comportamento conciliante e di apertura durante il suddetto incontro del 21 maggio, parlavano con toni farneticanti di “normative” da rispettare, senza dire però che quelle normative sono state scritte da loro (Cgil-Cisl-Uil) a loro immagine e somiglianza e non da una legge dello Stato (cosa di per sé già grave per un paese che dovrebbe definirsi civile), e senza dire neanche che quelle normative sono state ideate proprio come una trappola per il sindacalismo di base. Loro queste cose le sanno bene, ma le omettono studiatamente.

Questo sistema antidemocratico ci fa paura, così come ci fa paura chi lo sostiene. Si tratta di un bavaglio al concetto di libertà e democrazia sindacale. Un bavaglio che ricorda tempi oscuri e che viene messo in pratica senza alcuna pietà, tagliando le corde vocali a chi sta semplicemente chiedendo di poter portare ai tavoli la voce dei lavoratori che rappresenta, secondo il concetto di rappresentanza più immediato e basilare per una società democratica.

Mentre questi personaggi continueranno a sedersi ai tavoli rappresentando solo loro stessi, Usb continuerà a stare in mezzo ai lavoratori e a battersi contro questo sistema autoreferenziale e autolegittimante di sindacalismo obbligato a favore di Cgil-Cisl-Uil.


Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno – 17 giugno 2014