Il titolo che avete appena letto non è vuota retorica, ma rispecchia al meglio la nostra volontà di spiegarvi
le ragioni, il senso, i perché dello sciopero messo in piedi nella giornata di sabato. E già che ci siamo di fare il punto di cosa significa, per una Rsu come la nostra, fare sindacato in un luogo di lavoro.
Per chi non la conoscesse, la situazione dei colleghi dei reparti coinvolti nella protesta
è da anni un qualcosa a metà fra l’assurdo e l’inaccettabile: un Ccnl che parla chiarissimo sull’inquadramento che spetta loro (invitiamo a leggerlo per rendersene conto), un presunto “tavolo di lavoro” a Vignale di cui non si sono mai avute notizie certe, esasperanti rinvii per tornare ogni volta il mese dopo a ridire le solite cose dette nell’incontro precedente.
A un certo punto è arrivata la necessità non più rimandabile di dire basta, e di dirlo con forza.
Si, un rammarico ce l’abbiamo, ed è quello di
non aver avuto purtroppo la possibilità e il tempo materiale (a causa delle tempistiche relative all’evolversi della trattativa) per un’informazione adeguata e tempestiva a tutto l’ipermercato. Ed è proprio per questo che vi scriviamo queste righe.
Si è trattato di uno
sciopero indubbiamente atipico, diverso da tutti quelli fino a prima indetti all’Iper. Più che altro è avvenuta in extremis una
trasformazione in sciopero di quella che invece doveva essere una forma di protesta diversa, ed è da questo che è scaturito per la prima volta uno sciopero che non aveva ad oggetto una questione che riguardasse direttamente tutti i lavoratori ma solo una parte di essi.
Nella consapevolezza comunque che si possa credere che esistano anche altri problemi nel nostro Iper e che indubbiamente questo sia vero da un lato, vorremmo ricordare come la nostra attività
nei continui tavoli con la Direzione su tutti gli argomenti possibili ed immaginabili sia da anni instancabile: dai tempi determinati ai part time in attesa di aumenti di ore stabili e distribuite equamente durante la settimana, dall’organizzazione del lavoro al calmieramento delle eccessive richieste di produttività, dalle rotazioni sulle estensioni orarie alle aperture domenicali e festive, fino ad arrivare a tutto il resto. Certo, non sempre otteniamo ciò che vorremmo (anche perché scontiamo il fatto che la nostra sigla sindacale non è firmataria del Ccnl), ma
l’importante è che ci siamo e che ci facciamo sentire con regolarità, continuità e forza. E questa forza ce la fornisce da un lato il
mandato elettivo dei lavoratori che ci hanno votato, dall’altro la consapevolezza che
l’azienda teme la prontezza dei lavoratori dell’Iper a scendere in lotta per i propri diritti.
A chi è sembrato che fare una lotta su un argomento significhi automaticamente non fare attenzione agli altri, rispondiamo che un ragionamento di questo tipo lo riteniamo assolutamente insensato. Perché semmai è proprio il contrario: una Rsu che si dimostra pronta a scendere in lotta quando ne compare il bisogno rappresenta una garanzia agli occhi di tutti i lavoratori (e soprattutto dell’azienda) del fatto che sarà pronta a farlo sempre in futuro anche per tutte le altre problematiche che si dovessero presentare.
Ciò che si deve comprendere è che
ogni questione sindacale ha il suo momento: per mettere in piedi un’agitazione ci deve essere dietro una rivendicazione chiara all’azienda. Sennò si rischia di fare le lotte per niente, e a noi le battaglie contro i mulini a vento non piace farle: scendiamo in lotta quando vediamo la possibilità di vittoria e quando anche i nostri colleghi ci vedono dentro, non certo per mandare i lavoratori allo sbaraglio.
E’ successo così il 12 giugno 2008, e l’interinalità è uscita da questo Iper, come è accaduto così il primo novembre 2009, e ad oggi l’azienda non ha più proposto aperture in festività coincidenti con domenica. E’ su queste basi che vi chiediamo di credere al fatto che lo sciopero di sabato era
assolutamente necessario nella forma in cui è stato promosso, e che
la confusione che ha creato nei lavoratori dei reparti non coinvolti era stata da noi messa in conto come un qualcosa purtroppo di inevitabile. Comprendiamo l’amarezza di chi non ha scioperato perché all’oscuro di informazioni dettagliate sulla protesta e poi una volta sapute ci ha detto che avrebbe aderito, così come comprendiamo e ovviamente rispettiamo chi ha deciso liberamente di non aderire in quanto non toccato direttamente dalla questione dei livelli.
Dicevamo dunque che ogni questione sindacale ha il suo momento. Per fare un esempio,
il tema delle stabilizzazioni contrattuali e degli aumenti di ore vive sempre il suo apice ogni fine anno, quando con l’azienda viene avviato un confronto che tiene conto delle nostre richieste.
Intraprendere una battaglia su questo in un altro momento avrebbe poco senso. Il fine anno scorso la trattativa portò al completamento dell’assunzione dei dipendenti precedentemente assunti a 9 mesi e ad altre estensioni, e ritenemmo la soluzione soddisfacente anche dopo un confronto con i lavoratori. Ma ciò non significa che in futuro non ci sarà bisogno di intraprendere strade di lotta su questo ed altri aspetti al fine di rivendicare sostanza per i lavoratori.
In conclusione, ribadiremo sempre con forza che è solo con la compattezza fra di noi che possiamo riuscire a portare a casa conquiste importanti. Come facciamo presente sempre all’azienda, questo Iper è il negozio che con i suoi incassi (quindi con il nostro lavoro) porta i margini che consentono di tappare le falle che invece fanno tanti altri negozi. Di questo possiamo anche andare fieri, ma è necessario che almeno ci venga dato il nostro, perché al momento l’impressione (e i dati lo dicono chiaramente) è quella che è in atto da un po’ di tempo un tentativo di spremerci sempre di più per fare incassi più alti con un numero sempre minore di ore stabili e con condizioni di lavoro a perdere per i dipendenti, fra contratti a termine, contratti part-time con poche ore e oltretutto distribuite compromettendo fortemente i nostri tempi di vita, inquadramenti contrattuali non rispondenti alle professionalità, negazione di diritti minimi quali ad esempio pausa retribuita, buoni pasto e retribuzione delle domeniche parificata a quella che percepiscono i nostri colleghi dei supermercati, tentativi di aumento indiscriminato delle aperture domenicali e festive e molto molto altro ancora.
Per la cronaca comunque lo sciopero ha raggiunto al 100% l’obiettivo che si era prefissato.
Anzi, a più del 100%, vista la bellissima adesione per solidarietà anche di alcuni lavoratori dei reparti non coinvolti. Al momento è ancora in piedi lo stato di agitazione, e per stasera è prevista un’assemblea dei lavoratori per fare il punto della situazione.
Rsu