mercoledì 20 ottobre 2010

Comunicato

DOPO LA SENTENZA:

CONSEGUENZE, EFFETTI, SCENARI.

VERSO LE ELEZIONI RSU

Dopo il nostro ultimo comunicato sull’esito del giudizio di appello che ha confermato la sentenza di primo grado del processo, vogliamo portare a conoscenza di tutti le conseguenze concrete che questa pronuncia ha prodotto, visto che poi questo è ciò che conta al di là dei tecnicismi del procedimento giudiziario. Vediamoli dunque questi effetti.

1) Riconoscimento definitivo della nostra rappresentanza

L’azienda ha aperto l’incontro del 6 ottobre parlando proprio della sentenza e annunciando che a questo punto la nostra Rsu è senza più alcun dubbio legittima e titolata ad agire sindacalmente (anche se in sostanza era già così da tempo). Abbiamo sempre detto, e soprattutto dimostrato coi fatti, che si può intervenire in maniera incisiva ed efficace anche senza un riconoscimento ufficiale e formale da parte dell’azienda; ora comunque, se c’era qualcuno che ne aveva bisogno per sentirsi più tranquillo, c’è anche questa definitiva legittimazione. In un altro incontro (tenutosi a Roma alla presenza anche di delegati USB del Lazio) l’azienda ci ha inoltre comunicato di non avere intenzione di ricorrere al terzo grado di giudizio, accettando dunque il verdetto.

2) Possibilità di firma di accordi sul punto vendita

Una svolta importante è intervenuta nel contesto della trattativa riguardante i cluster degli ipermercati, in quanto l’azienda nei due incontri suddetti ci ha comunicato la disponibilità a giungere per la prima volta ad accordi riguardanti i singoli punti vendita. Fino ad oggi erano possibili trattative solo su alcune limitate materie, adesso si aprono spiragli importanti e un ulteriore preziosissimo fronte di conquista per noi lavoratori oltre al Ccnl e all’integrativo. Organismo titolato a svolgere le trattative nel nostro negozio sarà la Rsu.

3) Elezioni dei delegati Rsu

L’incontro del 6 ottobre scorso ha rappresentato l’occasione per discutere anche di fronte all’azienda con i nostri colleghi della Filcams sulla questione appunto della nuova Rsu, visto che quella attualmente in carica è prossima alla scadenza. Da parte loro è stata espressa la disponibilità ad arrivare insieme a noi all’indizione congiunta delle elezioni che daranno vita al nuovo organismo unitario. Organismo che per i motivi appena detti sarà atteso da compiti indubbiamente importanti per il futuro di tutti i lavoratori.

Rsu

6 commenti:

  1. Bene!!Bene Bene!
    =)
    Monica Gastronomia

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  2. LAVORATORI UNICOOPgiovedì, 21 ottobre, 2010

    AVETE APERTO UNO SPIRAGLIO DI DEMOCRAZIA SINDACALE MOLTO DEGNO. COMPLIMENTI.

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  3. Coordinamento USB Ipercoop Livornosabato, 23 ottobre, 2010

    Grazie ragazzi.
    Teniamoci aggiornati anche sul vostro percorso.

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  4. PATERNITA' E MATERNITA': COSA CAMBIA CON LA NUOVA DIRETTIVA EUROPEA

    I lavoratori padri dovranno poter fruire, alla nascita di un figlio, di almeno due settimane di congedo interamente retribuito

    Il Parlamento europeo in seduta plenaria ha votato, con una maggioranza significativa e in prima lettura, la proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio europeo che modifica la direttiva 92/85 CEE in materia di tutela della maternità e della paternità.

    Del tutto nuovo, anche per il nostro Paese, l'invito rivolto agli Stati membri di far beneficare i padri di un autonomo periodo di assenza, appunto di almeno due settimane, da utilizzare nel periodo in cui opera il congedo obbligatorio per maternità, il cui periodo minimo deve essere aumentato, dagli Stati membri dell'Unione europea, da 14 a 20 settimane. Quest'ultima misura non tocca il nostro Paese, che già stabilisce in cinque mesi l'astensione obbligatoria dal lavoro per le neo-mamme.

    Anche l'Italia dovrà, però, adeguare il trattamento economico di maternità alla nuova direttiva, che prevede che le 20 settimane siano integralmente retribuite. Attualmente l'indennità durante il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per maternità è, invece, pari all'80% dell'ultima retribuzione, con l'integrazione al 90 o al 100%, che alcuni contratti - ma non tutti - pongono a carico del datore di lavoro.

    Il Parlamento europeo ha altresì approvato un emendamento che introduce il divieto di licenziamento delle lavoratrici, per un periodo minimo che va dall'inizio della gravidanza ad almeno sei mesi dopo il termine del congedo di maternità. Anche in questo campo, però, il diritto del lavoro italiano è più garantista e già vieta il licenziamento fino a che il bambino non abbia compiuto un anno di vita.

    La proposta di modifica dell'attuale direttiva sancisce altresì il diritto della lavoratrice madre di ritrovare, al rientro in azienda, un posto di lavoro equivalente, inteso quale posto di lavoro identico a quello precedente, in termini di retribuzione e di mansioni, ovvero, qualora ciò non sia possibile, un posto analogo corrispondente alle qualifiche ed alla retribuzione precedente l'assenza.

    I Parlamentari europei hanno, inoltre, approvato il divieto di richiedere prestazioni di lavoro notturno nelle 10 settimane precedenti il parto o per periodi superiori se lo richiedono le condizioni di salute della madre o del nascituro, nonché durante il periodo di allattamento al seno. E' questo un divieto che già opera nel nostro Paese fino ad un anno di età del bambino.

    Il provvedimento passa ora al Consiglio Europeo nel quale si preannuncia una forte opposizione da parte di alcuni Paesi che ritengono la proposta troppo onerosa.

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  5. Volentieri vi forniremo tutte le notizie e le novità in nostro possesso, ma tieniamo a dirvi che il nostro blog è e rimarrà indipendente da qualsiasi sigla sindacale. Vogliamo mantenere libertà di giudizio.
    Saluti

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  6. Coordinamento USB Ipercoop Livornolunedì, 25 ottobre, 2010

    Certo comprendiamo e condividiamo.

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