mercoledì 24 ottobre 2012

Promemoria - Lavorare nei festivi è FACOLTATIVO

In questi giorni ci stanno arrivando, da alcuni reparti dell’iper, notizie di pressioni subite da diversi dipendenti affinché lavorino obbligatoriamente in occasione della prossima apertura nel festivo del primo novembre. Addirittura esponenti aziendali stanno tirando fuori concetti strampalati e privi di ogni senso su una fantomatica “esigibilità”, per la quale non ci si potrebbe rifiutare di lavorare.

Cogliamo quindi l’occasione per ricordare a tutti che lavorare nei giorni festivi è (come sempre è stato) facoltativo, e che non esiste alcuna logica nelle frasi del tipo “se l’iper sta aperto il servizio deve essere garantito per forza”, oppure “alcuni settori devono lavorare obbligatoriamente”. Tanto è vero che in occasione di precedenti aperture festive, interi reparti sono rimasti chiusi al pubblico per assenza di personale. Assenza totalmente legittima, frutto di una libera scelta di lavoratori e lavoratrici. Così come libera è invece la scelta di venire a lavorare prendendo la maggiorazione dello straordinario festivo (135%).

In presenza di festivi i nostri turnari devono uscire con la base oraria ridotta delle ore corrispondenti a una giornata lavorativa (4 ore per un part-time, 6 ore e 20 per un full-time). Base oraria che torna poi quella contrattuale solo se si decide di lavorare, in straordinario (previsto dal nostro Ccnl all’articolo 117).

Fra l’altro, in occasione delle ultime aperture in giorni festivi, sono sempre usciti verbali in cui era la Direzione stessa a parlare esplicitamente di facoltatività.
Il primo novembre ovviamente non fa differenza.

Quello sulla facoltatività del lavoro nei giorni rossi di calendario è un principio su cui non dovremo mai arretrare di un millimetro, perché oggi ci propongono alcune date, ma in futuro le aperture potrebbero riguardare giorni ancora più sensibili.

Invitiamo tutti i colleghi a segnalarci anomalie e forzature.

Delegati/e Rsu Usb

24 ottobre 2012

venerdì 19 ottobre 2012

Ignorata la nostra richiesta d'incontro sulla quota per le domeniche

Dopo la nostra richiesta del 3 settembre scorso, nella quale chiedevamo all’azienda un incontro sulla questione della quota oraria per il lavoro domenicale e festivo, la Direzione ha presentato per la data odierna una convocazione avente all’ordine del giorno altri argomenti. Come a dire: ok grazie, ma parliamo d'altro. Un atteggiamento inammissibile.

Questa mattina abbiamo quindi deciso di presentarci prima dell’incontro per chiedere se comunque avremmo parlato della nostra richiesta. Di fronte alla risposta negativa dell’azienda, come componente Usb della Rsu, abbiamo deciso di non presenziare all’incontro. Perché dovremmo infatti accettare di parlare solo degli argomenti che vogliono loro, mentre loro ritengono i nostri solo carta straccia?

Riteniamo inaccettabile che l’azienda decida di ignorare totalmente noi, e soprattutto i lavoratori dell’iper, su una questione importante come quella della quota oraria per le domeniche e i festivi, ad oggi ancora ferma a 1,20 euro per i dipendenti degli ipermercati contro i 3,60 di quelli dei supermercati.

Ormai da anni l’azienda è barricata dietro al concetto che la questione della quota oraria è legata alla contrattazione per l’integrativo, ma tutti sappiamo che questo è scaduto dal 31 dicembre 2009, non si hanno notizie del suo rinnovo e le richieste provenienti da Usb in tal senso non vengono neanche prese in considerazione dall’Ufficio Relazioni sindacali di Unicoop Tirreno.
Il risultato è che ogni anno la nostra quota oraria rimane ferma e nel frattempo le aperture domenicali e festive aumentano sempre di più.

Ovviamente ciò che ci preoccupa non è solo la quota oraria, ma anche gli scenari che ci troveremo di fronte nel futuro prossimo, in primis l’aumento ulteriore delle aperture domenicali e festive nell’anno 2013, l’incremento aggiuntivo della produttività (vendere di più con meno ore per i lavoratori), il destino di part-time e precari, l’organizzazione dei turni, le rotazioni sulle domeniche, le condizioni di lavoro conseguenti ai progetti di “efficientamento” sui quali da altri negozi ci arrivano notizie per niente rassicuranti.

Possiamo tranquillamente affermare che ci siamo stancati di sentirci dire che l’azienda è in crisi e sono necessari dei sacrifici. O meglio, ci siamo stancati di sentirci dire che questi sacrifici dobbiamo farli solo noi lavoratori, che di questa crisi non siamo responsabili e che anzi da anni fatichiamo per risolverla ricevendo in cambio buste paga magrissime. Noi siamo pronti a fare il nostro dovere, ma vogliamo avere ciò che meritiamo.

Al momento le nostre idee sono molto distanti da quelle dell’azienda, ma il nostro senso di responsabilità ci porta a sperare che si possa giungere nelle prossime settimane a posizioni almeno minimamente condivisibili. Auspichiamo che il senso di responsabilità sia presente anche da parte aziendale, rivalutando le loro attuali convinzioni.


La componente Usb della Rsu Ipercoop Livorno

Livorno, venerdì 19 ottobre 2012