giovedì 31 gennaio 2013

Lunedì assemblee

LUNEDI' 4 FEBBRAIO
ASSEMBLEE DEI LAVORATORI
 
Ordine del giorno:
- Aperture domenicali e festive anno 2013
- Estensioni orarie plurimensili del 2012
- Quadro sulla situazione aziendale generale
- Valutazione sui prossimi passi da compiere
- Varie

ORARIO PRIMA ASSEMBLEA 10:30-12:30
ORARIO SECONDA ASSEMBLEA: 14:30-16:30

Ricordiamo a tutti/e che le assemblee sono retribuite: ciò significa che chi è in orario di lavoro può salire durante il proprio turno, mentre chi partecipa al di fuori del proprio orario di lavoro vedrà le ore gestite come flessibilità positiva.

La Rappresentanza Sindacale Unitaria

sabato 12 gennaio 2013

Volete conoscere la nostra storia?



Ci chiamiamo Raffaella, Valentina, Barbara, Graziella e Francesca. Siamo 5 lavoratrici livornesi della Coop, da tanti anni. Ci hanno sempre chiamate “stagionali”, ma in realtà noi abbiamo lavorato in tutti i periodi dell’anno, non solo nelle “stagioni”. Abbiamo sostituito colleghe in maternità, in aspettativa, in ferie o in malattia, arrivando a lavorare anche 9-10 mesi all’anno con contratti a termine che scadevano e ci venivano rinnovati di continuo. E’ così da tanto tempo, visto che i nostri ingressi in Coop iniziano dal 2003.

Per noi (e per i nostri affetti) le vacanze estive non esistono da anni, perché ci dicevano che ci chiamavano proprio per sostituire i dipendenti in ferie, ma nonostante questo ci siamo sempre sentite lavoratrici come i nostri colleghi e colleghe, perché eravamo sicure che prima o poi la nostra situazione sarebbe stata stabilizzata e avremmo ottenuto il tanto atteso contratto a tempo indeterminato.

Nel 2007 arriva una prima bella notizia: una nuova legge dice che chi raggiunge con la stessa azienda i 36 mesi di lavoro con contratti a termine deve essere assunto a tempo indeterminato. Noi i 36 mesi li raggiungiamo e li superiamo di gran lunga, ma l’azienda non ci assume. Evitiamo di andare dal giudice del lavoro perché la Coop continua a chiamarci al lavoro, e noi continuiamo a sperare nell’assunzione fissa.

Passano gli anni, e noi continuiamo a lavorare con contratti a termine che si susseguono l’uno dietro l’altro. A marzo 2012 arriva via telefono un’altra buona notizia: l’azienda ha firmato con i sindacati un accordo in cui è prevista la nostra assunzione a tempo indeterminato. Ci abbracciamo forte, piangiamo di gioia, è fatta! Poco dopo un’altra telefonata ci gela il sangue: l’accordo non prevede l’assunzione immediata ma dal 1 gennaio 2013. Ci abbracciamo (un po’ meno forte), piangiamo lo stesso, e ci convinciamo che la Coop manterrà sicuramente la propria parola.

Arriviamo a dicembre 2012. Alcune voci ci anticipano che l’azienda ci sta ripensando, ma noi non possiamo crederci. Non VOGLIAMO crederci. E invece poi arriva l’ufficialità: Unicoop Tirreno ci manda a casa. In un comunicato dicono che hanno delle eccedenze negli organici, però nello stesso comunicato dicono che l’impresa è forte e ben capitalizzata. E allora perché ci mandano via così? Perché non adempiono all’accordo? Perché non rispettano la legge?

I sindacati si indignano, fanno conferenze stampa, volantinaggi e uno sciopero. Ma l’azienda non si smuove e anzi precetta i lavoratori e poi ringrazia i non scioperanti tramite un comunicato sul giornale. Sembra che sia una guerra, ma in realtà noi non vogliamo nessuna guerra, vogliamo solo il nostro posto di lavoro. Quello che ci spetta, quello per cui ci siamo sacrificate per anni e anni.

Nella nostra stessa condizione ci sono altri colleghi e colleghe dentro Unicoop Tirreno, ci rivolgiamo anche a loro perché NON DOBBIAMO ARRENDERCI E DOBBIAMO CONTINUARE A LOTTARE per ottenere ciò che ci spetta. Ma per farlo dobbiamo essere tutti uniti.

Se sei arrivato in fondo alla lettura della nostra storia ti chiediamo di darci solidarietà tramite gli strumenti a disposizione di soci e clienti, ossia scrivendo dei “Dillo alla Coop” presso i punti vendita, oppure chiamando il Filo Diretto Unicoop Tirreno al numero verde 800 861 081 o scrivendo una mail all’indirizzo filodiretto@unicooptirreno.coop.it. Grazie!

Raffaella, Valentina, Barbara, Graziella, Francesca

giovedì 3 gennaio 2013

Il difficile rapporto di Unicoop Tirreno con il DIRITTO DI SCIOPERO



Sul Tirreno di oggi compare, a grandi caratteri, questo annuncio dell'azienda:

BUON ANNO AI SOCI E CLIENTI UNICOOP TIRRENO.

GRAZIE AI DIPENDENTI CHE HANNO PERMESSO IL 31 DICEMBRE 2012 DI GARANTIRE IL SERVIZIO AD OLTRE VENTIMILA SOCI E CLIENTI NEI NEGOZI COOP DELLA PROVINCIA DI LIVORNO.

LA DIREZIONE AZIENDALE UNICOOP TIRRENO

Gli scioperanti invece non meritano né ringraziamenti né auguri. La nostra colpa? Aver esercitato il nostro diritto di sciopero. Un diritto fondamentale previsto dalla Costituzione, ma che Unicoop Tirreno non riconosce e anzi calpesta senza pietà, in due maniere. La prima è quella (gravissima) dell'invenzione del "lavoro comandato" di cui abbiamo già parlato nei nostri precedenti comunicati sottolineando l'esistenza dei presupposti per una causa per condotta antisindacale, la seconda è quella della gogna mediatica per chi ha scioperato.

Già, perché dietro a questo bel messaggino di inizio anno, è facile individuare l'obiettivo dell'azienda: isolare gli scioperanti ringraziando chi non ha aderito. Un mezzuccio di livello infimo, quello di mascherare dentro a un messaggio di auguri un attacco a chi il 31 dicembre ha deciso di protestare legittimamente contro le ultime pesanti decisioni aziendali.

Il diritto di sciopero è un elemento cardine per un paese civile, senza quello ci sono le dittature e i regimi antidemocratici. Per Unicoop Tirreno però questo diritto è fumo negli occhi: va oscurato, combattuto, denigrato, isolato, umiliato, con tutte le armi possibili. Come in altri tempi, in altri secoli addirittura, possiamo dire. Quando i diritti non esistevano e i padroni avevano vita facile. Tutto questo mentre in ogni sua uscita pubblica la Coop non perde mai occasione per riempirsi la bocca di parole come "legalità" e "solidarietà".

Ci aspettavamo che l'azienda prendesse la parola per spiegare il proprio comportamento, per portare giustificazioni al suo non rispetto di leggi e accordi, magari per dire che sulla precettazione ha fatto un errore e si scusa dicendo che non lo farà più. Invece no, ha optato per un rilancio, per alzare il livello dello scontro con una inaccettabile ulteriore provocazione contro gli aderenti ad uno sciopero indetto da tutte le sigle sindacali operanti in azienda.

Noi da questi attacchi non ci facciamo intimidire. Abbiamo il dovere di difendere i nostri colleghi (tutti) da un clima del terrore che l'azienda sta diffondendo con una strategia preordinata al raggiungimento dei loro scopi. Perché è con il nostro fare sindacato che abbiamo l'ambizione di migliorare l'azienda per la quale lavoriamo, dandole un profilo di maggiore umanità e giustizia.

In chiusura, visto che per l'azienda sono persone invisibili solo per il fatto che hanno esercitato il loro diritto di sciopero, vogliamo pensarci noi a ringraziare chi ha aderito alla protesta di lunedì, dando una bellissima prova di coscienza e solidarietà. Con i colleghi che (altrettanto legittimamente) hanno invece deciso di non aderire, continueremo ovviamente a confrontarci come sempre abbiamo fatto, e a scambiarci idee e riflessioni sulle tematiche sindacali che riguardano la nostra condizione lavorativa.

2 gennaio 2013

COORDINAMENTO USB UNICOOP TIRRENO LIVORNO