sabato 12 gennaio 2013

Volete conoscere la nostra storia?



Ci chiamiamo Raffaella, Valentina, Barbara, Graziella e Francesca. Siamo 5 lavoratrici livornesi della Coop, da tanti anni. Ci hanno sempre chiamate “stagionali”, ma in realtà noi abbiamo lavorato in tutti i periodi dell’anno, non solo nelle “stagioni”. Abbiamo sostituito colleghe in maternità, in aspettativa, in ferie o in malattia, arrivando a lavorare anche 9-10 mesi all’anno con contratti a termine che scadevano e ci venivano rinnovati di continuo. E’ così da tanto tempo, visto che i nostri ingressi in Coop iniziano dal 2003.

Per noi (e per i nostri affetti) le vacanze estive non esistono da anni, perché ci dicevano che ci chiamavano proprio per sostituire i dipendenti in ferie, ma nonostante questo ci siamo sempre sentite lavoratrici come i nostri colleghi e colleghe, perché eravamo sicure che prima o poi la nostra situazione sarebbe stata stabilizzata e avremmo ottenuto il tanto atteso contratto a tempo indeterminato.

Nel 2007 arriva una prima bella notizia: una nuova legge dice che chi raggiunge con la stessa azienda i 36 mesi di lavoro con contratti a termine deve essere assunto a tempo indeterminato. Noi i 36 mesi li raggiungiamo e li superiamo di gran lunga, ma l’azienda non ci assume. Evitiamo di andare dal giudice del lavoro perché la Coop continua a chiamarci al lavoro, e noi continuiamo a sperare nell’assunzione fissa.

Passano gli anni, e noi continuiamo a lavorare con contratti a termine che si susseguono l’uno dietro l’altro. A marzo 2012 arriva via telefono un’altra buona notizia: l’azienda ha firmato con i sindacati un accordo in cui è prevista la nostra assunzione a tempo indeterminato. Ci abbracciamo forte, piangiamo di gioia, è fatta! Poco dopo un’altra telefonata ci gela il sangue: l’accordo non prevede l’assunzione immediata ma dal 1 gennaio 2013. Ci abbracciamo (un po’ meno forte), piangiamo lo stesso, e ci convinciamo che la Coop manterrà sicuramente la propria parola.

Arriviamo a dicembre 2012. Alcune voci ci anticipano che l’azienda ci sta ripensando, ma noi non possiamo crederci. Non VOGLIAMO crederci. E invece poi arriva l’ufficialità: Unicoop Tirreno ci manda a casa. In un comunicato dicono che hanno delle eccedenze negli organici, però nello stesso comunicato dicono che l’impresa è forte e ben capitalizzata. E allora perché ci mandano via così? Perché non adempiono all’accordo? Perché non rispettano la legge?

I sindacati si indignano, fanno conferenze stampa, volantinaggi e uno sciopero. Ma l’azienda non si smuove e anzi precetta i lavoratori e poi ringrazia i non scioperanti tramite un comunicato sul giornale. Sembra che sia una guerra, ma in realtà noi non vogliamo nessuna guerra, vogliamo solo il nostro posto di lavoro. Quello che ci spetta, quello per cui ci siamo sacrificate per anni e anni.

Nella nostra stessa condizione ci sono altri colleghi e colleghe dentro Unicoop Tirreno, ci rivolgiamo anche a loro perché NON DOBBIAMO ARRENDERCI E DOBBIAMO CONTINUARE A LOTTARE per ottenere ciò che ci spetta. Ma per farlo dobbiamo essere tutti uniti.

Se sei arrivato in fondo alla lettura della nostra storia ti chiediamo di darci solidarietà tramite gli strumenti a disposizione di soci e clienti, ossia scrivendo dei “Dillo alla Coop” presso i punti vendita, oppure chiamando il Filo Diretto Unicoop Tirreno al numero verde 800 861 081 o scrivendo una mail all’indirizzo filodiretto@unicooptirreno.coop.it. Grazie!

Raffaella, Valentina, Barbara, Graziella, Francesca

9 commenti:

  1. Massima solidarietà per voi!
    Sono una vostra collega con un contratto sì a tempo indeterminato, ma con un bel part-time verticale. Nei nostri contratti abbiamo alcuni mesi garantiti, ma in pratica da quando ci hanno assunto, grazie alle famose estensioni, non abbiamo mai smesso di lavorare(per fortuna) e sempre dando il massimo e molto spesso prendendoci responsabilità che contrattualmente non ci competono!Ora non sto a spiegarvi tutta la situazione ma il fatto è che da Ottobre il nostro lavoro "indispensabile" fino a quel momento, sembrava non esserlo più; ed anche continuando a prenderci quelle famose responsabilità dette in precedenza, ogni mese dobbiamo chiedere se il mese successivo siamo assunte oppure no e magari con delle condizioni peggiori di chi queste responsabilità non se le vuole prendere! Anche con noi avevano speso delle belle parole con la promessa di sistemare la nostra situazione lavorativa, ma come anche nel vostro caso rimangono soltanto parole al vento. Mi scuso per questo sfogo, ma l'amarezza ha preso il sopravvento.
    "Sembra che sia una guerra, ma in realtà noi non vogliamo nessuna guerra, vogliamo solo il nostro posto di lavoro. Quello che ci spetta, quello per cui ci siamo sacrificate per anni e anni". Questa è una frase che condivido pienamente con voi ed è per questo che ho deciso di lasciare il mio commento in questo blog!
    Grazie

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    1. Ciao a tutte sono una dipendente dell'iper di Livorno e sono stata assunta nel 2004 a tempo indeterminato per 20 ore settimanali.Nonostante tante promesse il mio contratto dopo 10 anni è sempre lo stesso salvo qualche estensione. E per quest'anno non se ne parla per quanto ne sappiamo.Come vedete siamo in tante sulla stessa barca..purtroppo. Che dire! la speranza è l'ultima a morire!

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  2. USB Lavoro Privatomartedì, 15 gennaio, 2013

    Sembra che la levata di scudi contro quelle donne che hanno scritto a Luciana Littizzetto dei vari ben pensanti si scontri con una realtà che è la fotografia fatta dalla lettera, solidarietà a tutte voi, di qualunque regione siate, la Coop siete voi.

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  3. Ragazze,
    anch'io dipendente da 20 ore settimanali fortunata per avere il lavoro (almeno cosi' mi dicono i vertici aziendali ogniqualvolta auspico un aumento d'orario che possa GARANTIRMI una sopravvivenza dignitosa!!).
    La mia proposta? Quando lo stipendio non sara' piu' sufficiente per "camapare", potremmo "accamparci" alla Coop...e' vero o no che la COOP SEI TU?!?!?

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    1. Non pensavo che dietro la parola Cooperativa si nascondessero realta' cosi' meschine!
      Merita andare all'Esselunga, sicuramente altrettanto meschini, ma con I PREZZI PIU' BASSI!
      Abbasso la COOP!!!!

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  4. Potreste darci notizie dell'incontro con la Direzione riguardo le domeniche? Possibile che non ci diate mai informazioni precise e ogni volta dobbiamo sapere le cose tramite passaparola? Grazie.

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  5. Domani sera nella riunione settimanale del nostro coordinamento decideremo la data da proporre alle altre componenti della Rsu per le assemblee dei lavoratori, nelle quali daremo tutte le spiegazioni, resoconti, chiarimenti, e soprattutto ci confronteremo con i colleghi per decidere i prossimi passi da compiere.

    Per quanto riguarda le informazioni, produciamo con continuità e regolarità comunicati e riflessioni che affiggiamo puntualmente nella bacheca sindacale. Nell'ultimo periodo ne abbiamo scritti talmente tanti che qualcuno ci ha detto che non ce la faceva a starci dietro...

    Il verbale dell'ultimo incontro tenutosi mercoledì scorso (16 gennaio) non è ancora uscito ma non per colpa nostra, visto che deve essere redatto dalla Direzione ma ad oggi non ci è stato ancora presentato per l'approvazione.

    Sarebbe stato assurdo convocare le assemblee in un momento in cui la situazione era ancora incerta, abbiamo creduto più sensato e opportuno fissarle in un momento in cui lo scenario era più chiaro. Del resto basta scorrere le pagine di questo nostro blog per vedere che l'anno scorso le assemblee sull'esito degli incontri riguardanti le aperture domenicali 2012 si tennero il 28 febbraio. Quest'anno le faremo a inizio febbraio, quindi siamo un mese in anticipo.

    Grazie a te e continua a seguirci.

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  6. PS
    Dimenticavo, se proprio a un collega (legittimamente) non piacesse informarsi tramite i comunicati scritti e preferisse il canale verbale diretto, può (in attesa delle assemblee) venire a parlare direttamente con noi a voce come fanno già tanti nelle occasioni che abbiamo in iper (sale pausa, spogliatoi, et cetera). Inoltre può utilizzare il canale telefonico, visto che da sempre i nostri numeri li hanno quasi tutti e di certo non ci facciamo desiderare nel rispondervi in qualsiasi giorno e orario, visto che per noi è un piacere svolgere il nostro ruolo di delegati/e.

    Siamo sempre disponibili, in iper o alle brutte a portata di telefono: non vi peritate.
    Anche se dopo anni non dovrebbe essere neanche necessario dirlo.

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  7. Papà mi portava alla Coop a fare la spesa.
    Da piccoli si sa, portare le buste piene era dimostrazione di forza, lo facevo con orgoglio, e papà vedendo la mia faccia, sommersa da smorfie di fatica, tanto era il peso, non dimenticava mai di ricordarmi che nella busta non cerano solo frutta e pane, ma una quantità enorme di VALORI.
    "Ecco perchè tanto peso!" Pensavo tra me e me.
    Mi diceva che vicino al pane c'era il lavoro, che tra le mele e le pesche c'era la natura, che sotto le uova cerano collaborazione e pensieri di libertà, che vicino alla pasta c'era l'Uomo, la Donna, il rispetto.
    Mi diceva, papà, che per crescere sani e forti,oltre alla spesa avrei dovuto assaporare anche tutti questi valori e principi.
    Mi spronava, papà.
    In realtà, non sapevo cosa fossero tutte queste cose, ma mi chiedevo come ci fossero entrate tutte in una busta! Cavolo se pesava!

    Lo diceva guardandomi fiero, papà!
    Non potevo deluderlo.

    Così ogni volta raccoglievo tutte le mie forze e portavo la MIA busta della spesa fatta alla Coop.

    Come è andata a finire?
    Ho mangiato e assaporato, non ho deluso papà.
    Ma da quando lavoro alla Coop, credetemi, nelle mie buste ho dovuto far spazio anche a tanta amarezza, delusione, cattiveria, repressione, prepotenza e tristezza.

    Solidale con TUTTI e TUTTE.

    P.s. Voglio bene a mio padre!

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