sabato 29 dicembre 2012

In merito allo sciopero di lunedì


Come Coordinamento Usb invitiamo tutte le colleghe e i colleghi dell'iper ad aderire allo sciopero di lunedì partecipando attivamente con una presenza (passando anche solo per un saluto) al presidio che si terrà fuori dal negozio di via Settembrini (La Rosa) a partire dalle 4:30 della mattina e per tutta la giornata.

Vogliamo chiarire non si tratta di uno sciopero "dei supermercati", come abbiamo sentito dire. Primo, perché diversi precari coinvolti nell'accordo disatteso dall'azienda hanno lavorato in passato anche all'iper. Secondo, perché in gioco ci sono dei diritti e dei princìpi che riguardano tutti noi dipendenti Unicoop Tirreno.

Da anni siamo costretti a vivere l'insopportabile divisione fra "quelli dell'iper" e "quelli dei super", come se non fossimo dipendenti della stessa azienda. Bene, iniziamo a cambiare mentalità, perché i prossimi tempi saranno quelli in cui per varie ragioni (apertura nuovi negozi, pensionamenti, ricomposizione degli organici) ci troveremo ad essere sempre più mescolati e quindi avrà sempre meno senso ragionare in termini di doppi regimi di trattamento.

Dobbiamo dimostrare, noi per primi, che intendiamo superare le divisioni super-iper nell'unica maniera possibile e intelligente, ossia lottando insieme, lavoratori dell'iper e lavoratori dei super. L'azienda ha tutto l'interesse nel continuare a vederci divisi (e infatti utilizza gli spostamenti da negozio a negozio per metterci gli uni contro gli altri), sta a noi farle capire che l'epoca del doppio binario è finita e che non accetteremo mai nessun livellamento al ribasso, né da una parte né dall'altra.

Da tanto tempo come dipendenti iper stiamo dando prova di determinazione nel difendere i nostri diritti e nel voler migliorare le nostre condizioni, ora è il momento di fare un passo in avanti, allargando il fronte e comprendendo che acquisiamo forza solo rimanendo uniti con i nostri colleghi degli altri negozi.

Cerchiamo quindi di essere presenti lunedì, con la testa alta di coloro che si sentono orgogliosi di portare il loro contributo di solidarietà e di superamento delle barriere. E con la voglia di essere ancora una volta, come corpo dei lavoratori iper, forza attiva e trainante per scrivere altre pagine di lotte vincenti.


Coordinamento Usb Ipercoop Livorno


Venerdì 28 dicembre 2012

venerdì 21 dicembre 2012

Usb aderisce e sostiene con forza le ragioni dello sciopero del 31 dicembre


Come Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno comunichiamo ai lavoratori e alle lavoratrici la nostra adesione allo sciopero proclamato per il giorno 31 dicembre e a tutte le annunciate iniziative di lotta che lo precederanno.

Il nostro pensiero in questi giorni va alle colleghe e ai colleghi che si troveranno a trascorrere le festività natalizie con l’angoscia di non rivedere più il proprio posto di lavoro, quello per cui hanno dato tanto in tutti questi anni. L’azienda ha deciso infatti di non rispettare gli accordi che prevedevano la loro assunzione a tempo indeterminato dal 1 gennaio 2013.

L’azienda, in un comunicato di risposta, sta sostenendo che si era dichiarata disponibile a valutare il problema delle stabilizzazioni nei prossimi mesi, ma omette alcuni aspetti fondamentali, col solo fine (ancora una volta) di difendere la propria immagine davanti ai dipendenti e all’opinione pubblica dicendo cose false e intellettualmente disoneste.

La prima cosa che l’azienda NON dice nel comunicato è che c’erano accordi già firmati che la impegnavano sulle stabilizzazioni. Un’omissione non proprio di poco conto.
E’ per questo motivo che la battaglia dei prossimi giorni sarà una battaglia di tutti, non solo delle colleghe e dei colleghi coinvolti negli accordi. Perché se passa il principio che l’azienda può firmare accordi e poi non rispettarli a piacimento, ripeterà questo comportamento anche in futuro e ci rimetteremo tutti. E perché la stabilità degli organici giova a tutti e ci rafforza anche per le nostre rivendicazioni future.

La seconda cosa che l’azienda omette è che questi lavoratori e lavoratrici hanno già da tempo oltrepassato il limite di legge per l’assunzione obbligatoria (36 mesi). E non di poco, visto che ci sono numerosi casi di lavoratrici che hanno superato i 50-55 mesi di lavoro (!) con contratti a termine, con anzianità di servizio anche di 8-9 anni.
Non male per una Cooperativa che non perde mai occasione per definirsi “rispettosa” dei diritti dei lavoratori e delle leggi.

La terza omissione riguarda un aspetto che forse non molti sanno, ossia i tempi legati al cosiddetto “Collegato Lavoro”.
In pratica, con le nuove norme, un lavoratore che vuole impugnare un contratto ha solo 60 giorni di tempo. Quindi quando l’azienda dice che avrebbe valutato le stabilizzazioni nei prossimi mesi, sa già che a quel punto i precari non sarebbero più in tempo per chiedere l’assunzione di legge davanti ad un giudice, e dunque sarebbero fuori per sempre. Un giochino che fra l’altro hanno già fatto in passato con altri precari.

Nel comunicato aziendale la Cooperativa si definisce, loro parole testuali, “un’impresa solida e ben capitalizzata” (infatti apriranno un nuovo punto vendita a Livorno nel corso del 2013). Un’impresa solida non può cacciare in questo modo dipendenti che, per la Cooperativa, hanno dato l’anima in tanti anni di lavoro.

PER TUTTE QUESTE RAGIONI, INVITIAMO I NOSTRI ISCRITTI, SIMPATIZZANTI, E TUTTI I LAVORATORI E LAVORATRICI AD ADERIRE ALLO SCIOPERO DEL 31 DICEMBRE E ALLE ALTRE INIZIATIVE DI LOTTA.

PER I NOSTRI COLLEGHI A TEMPO DETERMINATO, PER IL NOSTRO FUTURO, E PER QUELLO DI CHI VERRA’ DOPO DI NOI.

Coordinamento Usb per i negozi Unicoop Tirreno di Livorno e provincia

mercoledì 5 dicembre 2012

Modulazione alle casse: ecco perché abbiamo ritenuto necessario intervenire

Vogliamo qui di seguito sintetizzare in pochi punti le ragioni del nostro intervento con la Direzione riguardo alla decisione aziendale di fissare una modulazione di +4 nella settimana 17-23 dicembre.

1- La segnalazione di alcune colleghe che ci comunicavano l’uscita del +4, ci lasciava immediatamente sorpresi. I rapporti Direzione-Rsu prevedono infatti da sempre un confronto preventivo quando l’azienda ravvisa l’esigenza di ricorrere alla flessibilità. Questa volta non è stato così, visto che la modulazione è piovuta dall’alto senza alcun dialogo propedeutico con i rappresentanti sindacali. Nell’incontro di venerdì scorso esprimevamo quindi il nostro disappunto, e l’azienda ammetteva la propria mancanza.

2- Sempre grazie alle segnalazioni delle colleghe, poi “additate” come quelle che si erano rivolte al sindacato (per qualcuno è una colpa, per noi è un bellissimo merito), venivamo a sapere che era in corso da mesi una gestione che aveva portato tante cassiere sotto con la “calza”. Una cosa che l’azienda ci presentava come “colpa” delle cassiere stesse, ma su questo esprimevamo tutti i nostri dubbi, visto che se è vero che tante acconsentivano, è altrettanto vero che comunque l’azienda si adoperava (attivamente o anche solo tacitamente) per far accumulare flessibilità negativa. Un piano preordinato, secondo la nostra analisi. Ad ogni modo, per noi il problema non si poneva lo stesso, visto che la Direzione ci comunicava che il monte di calza negativa era di circa 400 ore, che diviso per il numero di cassiere portava a un risultato di circa 5 ore a testa (chiaramente è un risultato medio, quindi ci stanno dentro punte sia molto più alte sia molto più basse). Era necessario prevedere 4 ore tutte insieme nella solita settimana? Secondo noi no.

3- Ed è qui che infatti viene in rilievo il vero motivo di questo +4, che non è l’accumulo di calza negativa da recuperare, bensì l’aver voluto rimanere bassi con l’immissione di ore in più (estensioni e tempi determinati) rispetto a quanto accadeva gli anni scorsi nei mesi di stagionalità natalizia. L’azienda obiettava che l’esigenza non era su tutte le settimane di dicembre mentre le estensioni dovevano essere date obbligatoriamente per tutto il mese, ma noi facevamo presente che questa non è certo una novità, visto che ogni anno è così, e ogni anno si arriva sempre ad una gestione mista modulazione-straordinari. Già, perché dobbiamo ricordare che non è la prima volta che l’azienda prova ad introdurre modulazioni così alte, ma alla fine si erano sempre chiusi accordi dove si rientrava in numeri più accettabili. Questa volta no, nonostante i nostri appelli al buon senso.

4- “Accidenti, per una settimana tutte queste storie. Una settimana di vendite altissime fra l’altro”, ci diceva l’azienda. Appunto, replicavamo: una sola settimana e di vendite così alte, perché le cassiere si devono sacrificare ma l’azienda non può pagare un po’ di straordinari? Secondo quale ragionamento il sacrificio delle cassiere è dovuto e quello dell’azienda no? Non lo capiamo proprio.

5- Per noi è importante chiarire che non abbiamo scatenato il caso solo per una settimana, ma per una questione di principio, e per una tutela in chiave futura. Anche perché nell’incontro del 30 novembre l’azienda ci ha parlato senza mezzi termini della flessibilità dei part-time come “nuova necessità organizzativa”, non solo alle casse ma in tutti i reparti, e non solo in termini di +4 ma molto di più. Bene, noi abbiamo risposto che non l’accetteremo mai. Perché ricordiamoci una cosa: ora a qualcuno potrebbe anche andar bene lavorare tanto di più in alcuni mesi e tanto di meno in altri, ma quando poi le situazioni di vita cambiano, i diritti che non abbiamo difeso non ce li ridà più indietro nessuno.

6- Ma soprattutto, perché dovevamo dire alle nostre colleghe delle casse rimaste anche a questo giro senza estensione che va bene così? Perché dovevamo accettare una logica secondo la quale l’azienda può risparmiare sulle estensioni perché “tanto poi semmai si mette la modulazione”? Perché dovevamo dire ok a un +4 quando in passato si era sempre arrivati alla formula 2 ore modulazione-2 ore straordinari?
Dire no ad una modulazione alta non significa non voler lavorare ma l'esatto contrario, ossia voler lavorare ma vedendosi quelle ore pagate. Significa rivendicare maggior salario, maggior stabilità, quindi una vita migliore.

Infine un invito a liberarsi da due tabù:
IL PRIMO: “Occhio che sennò vi togliamo le Isole del Tempo” – E’ una minaccia che non regge, visto che venerdì scorso la Direzione ha definito le isole come “un buon compromesso fra azienda e lavoratrici”. E anche se un giorno mai dovessero provarci, troveranno davanti un’opposizione ferma e decisa.
IL SECONDO: “D’altra parte, in questi tempi di crisi…” – Questi tempi sono tali anche per noi, non solo per le aziende. Perché ora far passare addirittura da privilegiata gente come noi che guadagna 700 euro al mese se non meno, anche basta.

Rsu Usb - 5 dicembre 2012