venerdì 29 aprile 2016

Comunicato su modifica pagamento festivi



IL PAGAMENTO DEI FESTIVI IN STRAORDINARIO È UN NOSTRO DIRITTO PREVISTO DAL CCNL, DIFENDIAMOLO.

Nell'incontro di oggi la Direzione aziendale ci ha comunicato che da ora in poi cambierà il sistema di pagamento dei giorni festivi (TUTTI i festivi, sia coincidenti con domenica, sia infrasettimanali): non più in straordinario come avvenuto all'Iper da 13 anni ad oggi (e come previsto dal Ccnl), ma in ordinario con la sola maggiorazione festiva. Verrà garantita la FACOLTATIVITÀ (perché su questo aspetto ci sono sentenze, anche della Cassazione, che parlano chiaro).

Come componente Usb della Rsu abbiamo fatto presente in maniera decisa che si tratta di una violazione del Contratto Nazionale nella parte (da noi più volte pubblicata in questi anni e ricordata costantemente a chiunque la volesse mettere in dubbio) in cui è previsto che "le ore di lavoro, a qualsiasi titolo richieste, prestate nei giorni di cui all'articolo 131, dovranno essere retribuite come lavoro straordinario festivo". Essendo infatti questi giorni contrattualmente già pagati a prescindere che si lavori o meno (fanno parte della retribuzione stessa) e quindi facoltativi, l'unica retribuzione possibile per chi decide di lavorare è appunto quella che prevede lo straordinario. Non si tratta quindi di straordinario nel senso di ore in più regalate al lavoratore, ma appunto semplicemente di una forma retributiva. L'unica possibile. E non si tratta neanche di una gentile concessione ai lavoratori dell'ipermercato, come qualcuno ha voluto talvolta far credere in questi anni, ma altro non era che l'applicazione del Contratto Nazionale.   

La norma contrattuale in questione è fin troppo chiara per essere messa in dubbio, ma l'azienda nega l'evidenza e ha deciso di procedere con questa modifica-truffa nella gestione dei festivi. Con questo cambiamento in pratica i festivi vengono equiparati come retribuzione alle domeniche, tralasciando il "piccolo" dettaglio che NON sono come le domeniche, tant'è vero che vengono gestiti a parte in due articoli appositi (uno dei quali è quello che abbiamo citato sopra riguardante appunto lo straordinario) e tant'è vero che il lavoro nei festivi, a differenza di quello domenicale, NON è esigibile da parte dell'azienda.
La motivazione che ci ha comunicato l'azienda è stata che la norma secondo loro è "interpretabile" e che fino ad oggi veniva concesso uno "straordinario tecnico" (espressione fantasiosa che non abbiamo compreso). E siccome l'ipermercato rispetto all'anno scorso sta perdendo vendite, è necessario risparmiare sui costi. Premettendo che I DIRITTI NON SONO LEGATI ALL'ANDAMENTO DELLE VENDITE, abbiamo fatto presente che riteniamo molto disonesto da parte della Direzione confondere il concetto di "perdita" (nel senso di negozio che non produce utili) con quello di abbassamento di incassi rispetto all'anno precedente. Guadagnare meno di quello che volevano NON È ASSOLUTAMENTE UGUALE a perdere soldi, ma i nostri dirigenti da anni ormai giocano su questo equivoco terminologico per confondere i lavoratori. La realtà invece è che la Toscana, e in particolare la piazza di Livorno, ha sempre portato utili a Unicoop Tirreno e continua a portarne tantissimi anche in questi tempi di crisi.

La decisione aziendale sarà operativa già dai prossimi due festivi in calendario (il 22 maggio festa patronale livornese e il 2 giugno festa della Repubblica). Per difendere questo diritto che ci stanno negando invitiamo pertanto tutti i lavoratori ad opporsi a questo attacco RIFIUTANDOSI DA ORA IN POI DI LAVORARE NEI GIORNI FESTIVI. Possiamo farlo, e ricordiamo che la parola FACOLTATIVO non si presta a NESSUNA INTERPRETAZIONE, è facoltativo e basta, quindi diffidate da bugie ed informazioni errate ed eventualmente segnalateci forzature o campagne di allarmismo psicologico con le quali vorranno addirittura legare in maniera totalmente insensata questa nuova gestione dei festivi al mantenimento dei nostri posti di lavoro.

Chiudiamo con una considerazione che riteniamo IMPORTANTE. Questo attacco ai nostri diritti è solamente l'ultimo di una serie che Coop sta mettendo in pratica da qualche anno a questa parte. Prese singolarmente a qualcuno potrebbero sembrare forse cose di poco conto ma messe tutte insieme rappresentano qualcosa di pesante nei confronti di noi lavoratori. Eppure sembra che in pochi abbiano voglia di reagire. Negli anni in cui lottavamo abbiamo sempre ottenuto conquiste e difeso i nostri diritti, perché oggi non lo facciamo più? Vorremmo che chiedeste a voi stessi e al collega che lavora al vostro fianco il motivo per cui avete smesso di combattere e vi limitate a lamentarvi e basta senza fare mai niente di concreto come l'adesione agli scioperi e alle proteste. Noi andiamo ai tavoli con l'azienda e ci incazziamo ma se non abbiamo il seguito dei lavoratori l'azienda ci ride in faccia, questo è bene ricordarlo sempre. Ah dimenticavamo, da due anni e mezzo siamo senza rinnovo del Contratto Nazionale (quindi senza adeguamenti salariali e tutto il resto), scaduto il 31 dicembre 2013, e da sei anni e mezzo siamo senza rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale, scaduto il 31 dicembre 2009. Nel frattempo le Coop continuano la loro opera di aumento dei profitti e pagano stipendi stellari ai loro manager mentre a noi sacrificano diritti, salari e tempi di vita (anche festivi). È necessario reagire collettivamente altrimenti, se abbassiamo sempre la testa, di attacchi ai nostri diritti ne subiremo ancora nei prossimi tempi.
Rsu Usb Ipercoop Livorno - 29 aprile 2016

5 commenti:

  1. Forza gente è ora di darsi una mossa. Poi non brontoliamo se ci tolgono qualcos'altro.....
    Daniele Pratofiorito

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  2. La frase più significativa oggi me l'ha detta un collega di cui non faccio il nome.
    "Diego credimi non sono incazzato per i soldi che ci tolgono, tanto rimaniamo poveri lo stesso. A farmi indignare è la presa in giro umiliante di chi pensa che siccome siamo semplici lavoratori allora non siamo neanche in grado di leggere in lingua italiana un articolo di un contratto nazionale."

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  3. Ad oggi, escludendo capi e coordinatori, registriamo tra gli addetti una adesione alla protesta che supera il 90% in tre reparti (Ortofrutta, Generi Vari, Casse), tra cui i due reparti più grandi dell'ipermercato (Generi Vari e Casse). Altri reparti invece stanno rispondendo con percentuali di adesione più basse. Speriamo non ci siano ripensamenti e invitiamo a mantenere viva la protesta anche per il successivo festivo del 2 giugno, in modo da far tornare l'azienda sui suoi passi in futuro. Invitiamo anche a respingere con fermezza qualsiasi tipo di pressione nei prossimi giorni. Ricordiamo infine che questa volta l'adesione non comporta nessun aggravio in busta paga, essendo i giorni festivi comunque retribuiti.

    Rsu Usb

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  4. Per chi se la fosse persa sintetizzo la puntata di Report di ieri.
    Le Coop oggi sono sostanzialmente banche, più che catene di supermercati. Complessivamente raccolgono in un anno qualcosa come 11,3 miliardi di euro (sì avete letto bene, miliardi) e le Coop più grandi, tra cui Unicoop Tirreno, sono proprietarie di Unipol, un'altra banca. Stiamo parlando quindi di un impero economico tra i più potenti in Italia.
    Pensate ad ogni volta che il vostro capo vi chiede di essere più produttivo perché l'azienda è in crisi e non ha soldi. Poi chiedetevi come hanno fatto ad esempio a spendere negli ultimi due anni a Livorno decine di milioni per fare due nuove aperture di negozi (portandoli da 5 a 7 in città) e una ristrutturazione, con 3 centri commerciali annessi. Perché quelle per loro sono cifre ridicole rispetto ai miliardi che hanno in cassa, solo che i soldi per cosa vogliono li hanno, per i lavoratori mai. Con questi numeri pensate a quanto può incidere il pagamento contrattuale del lavoro festivo ai dipendenti...
    La crisi c'è ma la paghiamo solo noi lavoratori.
    Ho fatto una sintesi brevissima ma ovviamente guardare la puntata è meglio.
    Post Scriptum. Ho visto la risposta di Coop che qualche solerte collega (tra cui l'immancabile delegatone Cgil sponsor dell'azienda) ha prontamente pubblicato: replica debolissima che evita di affrontare le questioni principali e che confonde le acque per non dare risposte.

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