Apprendiamo la notizia del respingimento del ricorso da noi presentato per
l'utilizzo del "lavoro comandato" da parte di Unicoop Tirreno in
occasione dello sciopero dello scorso 31 dicembre. In questa breve nota non
possiamo compiere un'analisi esaustiva perché non abbiamo in mano le
motivazioni di questa sentenza (le avremo martedì, a causa delle festività
pasquali), quindi ci limitiamo ad esprimere la nostra preoccupazione per quella
che potrebbe diventare una pronuncia drammaticamente storica nel diritto del
lavoro italiano.
L'individuazione dei lavoratori "comandati" (ossia quelli ai
quali l'azienda aveva deciso di proibire il diritto di sciopero) era infatti
una cosa provata in quanto messa per scritto dall'azienda nonché annunciata sui
giornali dall'azienda stessa nei giorni precedenti allo sciopero, quindi non
era in discussione. Al punto che l'azienda, nella sua memoria difensiva (di cui
abbiamo copia da mostrare a chiunque ce la chiederà), l'ammetteva senza mezzi
termini e parlava (a pagina 5) di "prassi da sempre consolidata e
condivisa dalle organizzazioni sindacali, che abitualmente addirittura
sottoscrivono per accettazione le liste dei dipendenti disponibili a garantire
tali servizi", di (a pagina 11) delegati Rsu Ipercoop di Cgil e Uil che
"hanno riferito al direttore del punto vendita di comprendere tali
esigenze e di non avere niente in contrario", e ancora (a pagina 15) di
"prassi consolidata e condivisa dalla totalità delle altre sigle
sindacali". E' chiaro che tra queste organizzazioni sindacali non c'è Usb,
il loro nome è Cgil-Cisl-Uil, e adesso vedremo se smentiranno o confermeranno
ciò che ha detto l'azienda, ossia che da sempre sottoscrivono le liste dei
lavoratori comandati in occasione degli scioperi. Delle due l'una: o confermano
(e in questo caso la pesantezza del loro operato sindacale si commenterebbe da
sola), o smentiscono (e allora l'azienda avrebbe vinto usando argomentazioni
false).
Chiudiamo rimandando, come detto, all'uscita delle motivazioni, quando
scriveremo un nostro comunicato in cui analizzeremo uno per uno i passaggi di
questa sentenza. Intanto comunichiamo che andremo ovviamente appello, perché
questa pronuncia può costituire un precedente devastante per il diritto di
sciopero di tutti i lavoratori, e quindi riteniamo necessario che si esprima
anche un altro giudice.
In ogni caso, anche davanti a questa sconfitta, confermiamo che non ci
siamo pentiti di aver fatto ricorso e che lo rifaremmo altre cento volte.
Continuiamo il nostro cammino a testa alta, perché abbiamo comunque provato a
difendere il diritto di sciopero di tutti i lavoratori. Ne siamo orgogliosi.
Coordinamento Usb Unicoop Tirreno Livorno
30 marzo 2013
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